Centrale di Civitavecchia (RM)

L’attuale impianto è figlio di una riconversione di una centrale a olio combustibile completata nel 2010, e sorge in un’area già fortemente interessata dall’impatto da infrastrutture energetiche (la centrale di Montalto di Casto, sempre di ENEL, e la centrale di Torrevaldaliga Sud, di Tirreno Power).
La centrale ha cominciato a pesare sull’ambiente circostante ben prima che la riconversione fosse terminata; le opere portuali realizzate per consentire l’attracco delle navi carboniere hanno comportato la distruzione di una delle più importanti praterie di posidonia (Posidonia oceanica) del Mediterraneo, a dimostrazione di come certe infrastrutture siano devastanti per molti ecosistemi fragili e pregiati.
Nel solo 2015 l’impianto ha emesso circa 10,74 milioni di tonnellate di CO2, valore che lo colloca al secondo posto in Italia, superato solo da Brindisi Sud. Torrevaldaliga nel 2016 è divenuto il primo per emissioni a causa del ridotto funzionamento dell’impianto brindisino
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