I finanziamenti delle banche al carbone: 118 miliardi di euro dal 2005 a oggi

Il carbone è la più grande fonte di emissioni di CO2 che mette in pericolo il clima. Eppure, non ne è mai stato estratto così tanto. Dal 2000 la produzione mondiale di carbone è cresciuta del 70% e ha raggiunto l’incredibile cifra di 7,9 miliardi di tonnellate all’anno che, come se non bastasse, è ancora in espansione. Chi sta finanziando gli enormi aumenti di produzione di combustibile fossile più sporco del mondo?
Lo studio “Banking on Coal”, pubblicato da Urgewald, Polish Green Network, BankTrack e Bankwatch, risponde a questa domanda . Dal 2005 a metà del 2013, 89 banche commerciali hanno versato un totale di 118 miliardi di euro nel settore del carbone. Il 71% di questa cifra stellare è stata fornita da un gruppo ristretto di 20 banche, che sono quelle che maggiormente finanziano l’espansione del carbone. Le tre banche in cima alla lista sono Citi (7,29 miliardi), Morgan Stanley (7,23 miliardi) e Bank of America (6,56 miliardi ). Tra le prime 20 troviamo anche banche tedesche, cinesi, inglesi, francesi, giapponesi e svizzere.
Gli autori hanno studiato i prestiti commerciali e i servizi di investment banking di 70 imprese che si occupano di estrazione del carbone e che insieme rappresentano il 52 % della produzione mondiale. “Lo studio è durato mesi”, spiega Heffa Schücking, direttore del Urgewald. “Infatti, mentre la maggior parte delle banche pubblicano i dati relativi ai loro investimenti annuali in fonti rinnovabili, nessuno vuole parlare di quanto carbone ci sia in realtà nei loro portafogli”.
Gli autori hanno anche analizzato i dati in base ai paesi di origine delle banche e hanno scoperto che le istituzioni finanziarie di soli tre paesi (Stati Uniti, Regno Unito e Cina) rappresentano collettivamente il 57% dei finanziamenti estrazione del carbone. “È incredibile vedere come meno di due dozzine di banche di una manciata di paesi stia mettendo l’intero pianeta sulla strada dell’inferno dei cambiamenti climatici” continua Schücking. “Le grandi banche hanno già dimostrato di poter rovinare l’economia reale. Ora stiamo vedendo possono anche distruggere il clima del nostro pianeta”.
Lo studio mostra che i finanziamenti al carbone sono aumentati enormemente negli ultimi anni. Dal 2005, l’anno in cui il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore, i finanziamenti concessi dalle banche a società di estrazione del carbone sono aumentati del 397% .
Analizzando poi i proclami fatti da queste banche in tema di sostenibilità ambientale, si scopre che c’è moltissimo fumo e pochissimo arrosto. Per esempio, Bank of America sostiene di “finanziare un’economia a basse emissioni di carbonio”, mentre Credit Suisse “si preoccupa per il clima” e BNP Paribas “combatte contro i cambiamenti climatici”.
Lo studio esamina anche i “punti caldi” della produzione mondiale di carbone e gli impatti enormemente distruttivi che la sua estrazione sta avendo sulle ultime foreste indiane popolate da tigri, sulle comunità indigene in Colombia e sulle scarse risorse idriche in Sudafrica. Per ciascuno di questi “punti caldi”, il rapporto rivela che le banche hanno finanziato l’espansione del settore.
Tra questi punti caldi, c’è anche l’Europa centrale, visto che Germania e Polonia sono tra i principali produttori di lignite del mondo. Insieme esse rappresentano quasi il 25% della produzione mondiale di lignite. In particolare la Polonia, che ospita i colloqui sul clima delle Nazioni Unite, si basa molto sul carbone e danneggia le comunità locali in tutto il paese. “Le banche del settore privato dovrebbero aiutare la sua transizione verso un’economia più pulita, invece di investire su miniere a cielo aperto” sostiene Anna Drążkiewicz, di Polish Green Network.
Yann Louvel di BankTrack conclude: “Le banche devono smettere di minare il nostro futuro finanziando un combustibile da prima rivoluzione industriale. Vogliamo che smettano col carbone e vogliamo che lo facciano adesso”.
Il rapporto completo, in inglese, è scaricabile cliccando qui.
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