Il governo del Cantone dei Grigioni dice no al carbone, ma solo se è in Svizzera

Il Governo Grigionese non vede alcun futuro per l’energia prodotta dal carbone. Ciò nonostante, difende l’investimento fallimentare della Repower (società compartecipata dal Governo Cantonale) nel progetto di centrale a carbone di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria.
I promotori dell’iniziativa “Sì a un’energia pulita senza carbone“ hanno accolto con gioia la notizia che anche il Governo Grigionese non vede alcun futuro per l’energia prodotta dal carbone. Tuttavia, a questa notizia non è seguito un atto fondamentale, ovvero l’approvazione di una disposizione nella Costituzione Cantonale che vieti a tutte le società compartecipate dal Cantone dei Grigioni di effettuare nuovi investimenti sulle centrali a carbone, dovunque esse sorgano. Anzi, il Governo dei Grigioni ha deciso di difendere l’investimento che Repower intende fare a Saline Joniche; l’abbandono degli investimenti nel carbone dovrà perciò aver luogo solo dopo la realizzazione di questo progetto in Calabria.
Il Governo Grigionese giustifica questa difesa del progetto di Repower in Calabria con una curiosa quanto improbabile interpretazione della “Strategia Svizzera per l’Energia 2050”. Sebbene sia chiaro già sin d’ora che l’Europa non necessiti di ulteriori centrali “rigide” a produzione continua ma di centrali a produzione flessibile, il Governo Cantonale vede le centrali a carbone come soluzione di transizione sulla via di un futuro con energie rinnovabili. Solo se vengono costruite in Calabria però; un progetto simile di Repower ma da realizzare a Brunsbuettel, in Germania, è stato recentemente abbandonato.
In realtà la centrale a carbone di Saline Joniche è frutto di una pianificazione errata che non c’entra nulla con una strategia energetica, sia essa svizzera o italiana, che guardi al futuro. Inoltre, con il suo abbandono del carbone “a rate” il Governo dei Grigioni calpesta, così come sta già facendo Repower, il piano energetico della Regione Calabria che esclude esplicitamente la costruzione di centrali a carbone e che intende puntare sulle energie rinnovabili. Ci si domanda con quale diritto un’istituzione svizzera possa pemettersi di intervenire in decisioni già adottate da un’istituzione italiana.
Alla politica svizzera così come a quella italiana si chiede una decisione senza mezzi termini che ponga fine subito allo spauracchio carbone prima che questo spauracchio diventi una paura senza fine.
3.11.2012 – Riccardo Nigro – Ufficio stampa WWF CH
Lascia un Commento