Puzza di ‘ndrangheta a Saline Joniche

Un’altra tegola sulla centrale a carbone di Saline Joniche: secondo una recente indagine che ha portato a 65 arresti in provincia di Reggio Calabria tra cui anche il sindaco di Melito Porto Salvo, la cosca Iamonte era a favore della costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche.
Secondo quanto risulta dalle indagini condotte dai carabinieri, addirittura un rappresentante della cordata SEI (partecipata per il 57,5% dalla società svizzera Repower, per il 20% dal gruppo Hera, per il 15% da Foster Wheeler Italiana s.r.l. e per il 7,5% da Apri Sviluppo S.p.A) si è preoccupato di chiedere al sindaco Gesualdo Costantino e a rappresentanti della cosca Iamonte se erano a favore del progetto oppure no.
Secondo il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, “l’interesse effettivo (della cosca ndr) si sarebbe evidenziato con l’effettiva realizzazione dell’impianto”, mentre il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria Lorenzo Falferi ha sottolineato come ci fosse “un rapporto di sudditanza psicologica e fattuale” del sindaco Gesualdo Costantino con i vertici della famiglia Iamonte.
12.2.2013
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