WWF Italia

Il WWF chiede impegno ai candidati sindaco di Brindisi per chiudere la centrale Federico II

 

Il 10 giugno -giornata di elezioni comunali per la città di Brindisi- si avvicina, e il WWF Italia scrive una lettera a tutti i candidati alla carica di sindaco, chiedendo loro di impegnarsi per la chiusura della centrale a carbone Federico II di Cerano.

“Ci teniamo a ricordare che la Strategia Nazionale Energetica (SEN 2017) ha previsto la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2025; che l’area dell’impianto di Cerano necessiterà di una approfondita bonifica e di una altrettanto seria riqualificazione, attraverso una riconversione green in grado di assicurare occupazione sostenibile e di lunga durata”, scrive la presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi. Nella lettera si precisa, poi, che la centrale a carbone Federico II è stata ed è tuttora al centro di azioni giudiziarie, nelle quali i magistrati contestano diverse e gravi condotte illecite ai gestori dell’impianto. “Nonostante l’assenza di una reale valutazione di impatto ambientale (VIA), l’impianto ha potuto beneficiare di una nuova autorizzazione integrata ambientale (AIA), cosa che abbiano già contestato nel ricorso amministrativo presentato a ottobre dello scorso anno, insieme all’associazione di avvocati ambientali Client Earth”, aggiunge l’ONG.

Nel sostenere le proprie ragioni, l’associazione evidenzia non solo che l’impianto a carbone di Cerano è una dei più inquinanti d’Italia (come emerge da numerosi studi scientifici), ma anche che nell’area brindisina si stanno facendo strada progetti di impianti a fonti rinnovabili, che con adeguati sistemi di accumulo potrebbero consentire la messa in sicurezza della rete elettrica facendo a meno della produzione energetica della Federico II.

Dato che la legge assegna al sindaco l’importante ruolo di Autorità sanitaria locale, il WWF Italia chiede a coloro che si candidano ad amministrare Brindisi, di indicare le modalità con cui intendano agire per accelerare la chiusura della centrale di Cerano. “Si tratta di una questione fondamentale da risolvere, perché la presenza di questo impianto provoca danni alla salute e al futuro dei cittadini di Brindisi, alle attività economiche importanti come l’agricoltura e il turismo, nonché al clima globale”, conclude Donatella Bianchi.

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