Centrale Pietro Vannucci (PG)

Curiosamente questo impianto è situato in pieno entroterra, a differenza di tutti gli altri che sono collocati sulla costa o su un’importante via d’acqua, che rende più facile l’approvvigionamento di combustibile. Questo fa sì che per i rifornimenti si debba fare ricorso al trasporto con treni (dal porto di Ancona alla stazione di Foligno) e camion, il tutto con un ulteriore peggioramento delle performance ambientali complessive, comprese le emissioni di CO2.
La centrale mostra dati di emissione estremamente elevati per numerosi inquinanti (tra cui mercurio e arsenico), ma l’opposizione dei cittadini si è in passato scontrata con gli interessi aziendali e con il sempre presente ricatto occupazionale. Fortunatamente la nuova dirigenza Enel ha deciso di inserire l’impianto nella lista di quelli di prossima chiusura entro il 2019. In realtà l’azienda sembrava voler anticipare la data ma a gennaio 2017 il Mise (su indicazione di Terna) aveva disposto un rinvio della chiusura per fare fronte all’improvvisa carenza di energia nucleare proveniente dalla Francia.
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