Centrale di Saline Joniche (RC)

Si tratta del più grande progetto di centrale a carbone da costruire ex novo in Italia (1320 MW). L’impianto sarebbe dovuto sorgere in un’area industriale già devastata da infrastrutture e stabilimenti mai decollati, che hanno fatto soprattutto la gioia della ‘Ndrangheta. La centrale prevista sarebbe stata l’ennesima cattedrale nel deserto, in un’area che dovrebbe invece essere bonificata e valorizzata dal punto di vista naturalistico e turistico.
Il progetto autorizzato dal Governo nazionale ha visto l’opposizione della Regione Calabria e di altri enti locali, oltre che naturalmente del mondo ambientalista, di diverse associazioni di categoria e di gran parte della comunità locale, che aveva ben compreso non solo i rischi derivanti da un simile impianto, ma anche l’inutilità in una regione che vorrebbe puntare su produzioni agricole di qualità, turismo, valori naturalistici e paesaggistici…
Dopo una lunga battaglia legale, caratterizzata da alterne vicende, a Novembre 2016 la società SEI ha formalizzato la rinuncia al progetto al Ministero dello Sviluppo Economico.
Aggiornamenti:
Dicembre 2016: Saline Joniche, la centrale a carbone non si farà
Aprile 2014: No al Carbone: gli ambientalisti spingono Hera ad uscire dal progetto Saline Joniche
Novembre 2013: il governo dei Grigioni ha deciso: Repower via da Saline Joniche.
Settembre 2013: la popolazione dei Grigioni dice No al carbone.
Giugno 2013: Il comitato dei sindaci dell’area grecanica contro la centrale di Saline.
Febbraio 2013: Puzza di ‘ndrangheta a Saline Joniche.
Novembre 2012: WWF, Greenpeace, Legambiente e LIPU presentato il ricorso contro l’autorizzazione concessa.
Settembre 2012: La regione Calabria annuncia il ricorso contro la decisione del Consiglio dei Ministri.
Giugno 2012: Approvata la V.I.A. da parte del Consiglio dei Ministri.
Per saperne di più:
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